Dopo il referendum tra i lavoratori, decisa la messa in liquidazione dell'Ente lirico. Il Sindaco Tosi si scaglia contro i dipendenti ma assicura che la prossima stagione lirica si farà (con personale esterno).
132 no e 130 sì: questo il risultato del referendum tra i lavoratori della Fondazione Arena di Verona, chiamati nei giorni scorsi a pronunciarsi sul protocollo per il contenimento dei costi sottoscritto tra la Fondazione stessa e i Sindacati, la cui approvazione avrebbe consentito di accedere ai contributi previsti dalla cosiddetta Legge Bray con tagli al bilancio e al personale (la Fondazione ha accumulato circa quaranta milioni di euro di debiti) ma con la garanzia di giungere al pareggio di bilancio.
Così cala il sipario, anche se il Sindaco di Verona Tosi ha dichiarato che “la decisone sciagurata dei lavoratori comporterà, di conseguenza, l'azzeramento di tutti i posti di lavoro” pur senza compromettere, sembrerebbe, la prossima stagione lirica estiva, tanto che ha poi dichiarato: “Sarà il Comune di Verona, in una forma più privatistica rispetto alla gestione attuale a organizzare il Festival lirico dell'estate 2016. In questa situazione era diventato impossibile e se non la vogliono fare gli attuali dipendenti, che col loro comportamento irresponsabile impediscono il risanamento dell'ente e l'accesso ai benefici finanziari della legge Bray, la faremo con orchestra, coro, macchinisti a contratto" .
Infatti, preso atto del risultato del referendum, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha deliberato la messa in liquidazione dell'Ente lirico veronese.